Cosa fare dopo Giurisprudenza? Una guida alle possibilità post-laurea

Stai valutando di intraprendere gli studi in Legge e già ti stai domandando cosa fare dopo Giurisprudenza? Scopri subito le varie possibilità lavorative e di specializzazione che questo iter formativo può offrirti

La scelta di un percorso universitario scatena inevitabilmente, nella mente di ogni studente, una vera e propria tempesta di dubbi e domande sul corso intrapreso ma soprattutto su quel
che accadrà dopo il conseguimento della laurea
. Quello che più sembra preoccupare corsisti e neolaureati, infatti, è il percorso post-laurea: che si tratti delle prime esperienze lavorative o della scelta del corso di specializzazione, l’incertezza sovente regna sovrana e sempre più studenti si dicono confusi circa il proprio futuro lavorativo.

In questo nostro approfondimento dedicato agli studenti di Legge (o aspiranti tali!), ci occuperemo di spiegare cosa fare dopo Giurisprudenza, per aiutare i nostri lettori a capire in quale direzione è possibile proseguire gli studi ma anche quali opportunità lavorative poter cogliere al volo una volta conseguita la laurea.

Cosa fare dopo Giurisprudenza: iter formativo e possibilità lavorative

Cominciamo col dire che per operare in qualità di giurista si può conseguire una laurea triennale in Giurisprudenza (che sarà possibile completare in seguito col biennio magistrale) - garantendosi un impiego nella Pubblica Amministrazione, nel privato o nell’ambito della consulenza del lavoro - oppure scegliere una laurea magistrale in Giurisprudenza a ciclo unico (classe LMG-01), fondamentale per intraprendere la maggior parte delle professioni in ambito legale.

Come avrai potuto intuire, lo studio della materia legale richiede un gran dispendio di energie, tempo e impegno e garantisce ottime possibilità lavorative agli studenti che la scelgono. Secondo quanto rilevato da Almalaurea, infatti, a soli cinque anni dall’ottenimento del titolo il 75,2% dei laureati magistrali a ciclo unico in Giurisprudenza riuscirebbe a trovare un impiego soddisfacente.

Ma all’atto pratico, cosa fare dopo Giurisprudenza? Quali sono le professioni più apprezzate dai neolaureati in Legge? Vediamone subito alcune.

  • Avvocato
    Il laureato in Legge per antonomasia è senza dubbio l’avvocato. Questo professionista è colui che ha il compito interpretare la legge e di assistere i propri clienti (privati cittadini, enti, società, imprese e organizzazioni), fornendo loro consulenze, rappresentandoli in tribunale e redigendo atti di vario tipo.
  • Magistrato
    Il magistrato ha il compito di garantire il rispetto e l’applicazione del diritto vigente dello Stato e lo fa conducendo i processi in ogni fase. Le sue mansioni sono di due tipi: giudicanti, ossia quando il magistrato è giudice, e requirenti, quando il magistrato agisce in qualità di Pubblico Ministero. Questo professionista è un funzionario pubblico investito di poteri giudiziari e può ricoprire i ruoli di Pubblico Ministero, Giudice per le Indagini Preliminari, Giudice dell’Udienza Preliminare, Giudice penale, Giudice civile, Giudice di pace, Giudice amministrativo.
  • Notaio
    Il notaio svolge il proprio ruolo in qualità di libero professionista ed è a tutti gli effetti un pubblico ufficiale che ha il delicato compito di attribuire pubblica fede, redigere, conservare e certificare atti tra vivi (mutui, vendite, permute, ecc.) e testamenti. Il notaio è quindi una figura professionale imparziale, capace di garantire la veridicità e la legalità degli atti ai quali lavora dopo aver acquisito elevate competenze in materia fiscale e giuridica.

Come immaginerai, queste sono solo alcune delle professioni legate a una laurea in Giurisprudenza: i neolaureati infatti potranno accedere a vari concorsi pubblici per diventare funzionari amministrativi, ricoprire posizioni comunali o regionali, o ancora entrare nelle forze dell’ordine. Anche le aziende private tengono in gran considerazione i laureati in Legge, assumendoli nel settore amministrativo, nel comparto legale o per svolgere mansioni segretariali. Chi lo desidererà, avrà l'occasione di lanciarsi nel mondo bancario, assicurativo, immobiliare o della borsa o in alternativa accedere all’insegnamento presentando una MAD, svolgendo incarichi di supplenza o partecipando ai concorsi per ruoli a tempo indeterminato. In conclusione, un laureato in Legge potrà decidere di dedicarsi a uno dei tanti rami del diritto e ambire a molte tipologie di impiego (se vuoi scoprirle tutte ti suggeriamo di leggere il nostro approfondimento dedicato agli sbocchi lavorativi della laurea in Legge), ma potrà anche valutare di proseguire il proprio iter formativo. Vediamo quindi cosa si può fare dopo Giurisprudenza se si vuole continuare a studiare scegliendo un Master o un Dottorato di ricerca.

Master, specializzazione o Dottorato di ricerca

Moltissimi studenti di Giurisprudenza, una volta conseguita la laurea, valutano di procedere negli studi intraprendendo un percorso specialistico nel settore d’interesse in modo da poter costruire la carriera dei propri sogni, senza porsi limiti in fatto di obiettivi, ambizioni e successi lavorativi. Ma una volta completato il proprio corso di Giurisprudenza, cosa fare dopo la laurea? Le possibilità a disposizione dei corsisti sono davvero molte, vediamole insieme:

  • Master di primo o secondo livello

    I Master universitari altro non sono che corsi post-laurea di alta formazione permanente e ricorrente ad accesso programmato, erogati da atenei pubblici o privati, pensati per consentire a chiunque li scelga di approfondire le competenze acquisite all’università e inserirsi con successo nel mondo del lavoro. I Master in ambito giuridico sono una delle opzioni predilette per i laureati in legge e si pongono l’obiettivo di approfondire i molteplici settori disciplinari della materia. Lo studente potrà scegliere, ad esempio tra Master in materia di diritto informatico, management internazionale, protezione e trattamento dei dati personali, trasparenza e norme anticorruzione, scienze forensi, diritto fiscale e molto altro ancora.

  • Scuola di specializzazione per le professioni legali

    Le Scuole di specializzazione per le professioni legali, altrimenti note come scuole forensi, hanno durata biennale e sono istituite per offrire agli iscritti la preparazione necessaria per intraprendere le cosiddette professioni legali tipiche (ossia avvocato, magistrato ordinario e notaio) superando brillantemente il futuro esame di abilitazione. Fondate su un approccio di natura pratica, queste scuole forniscono sì una preparazione teorica ma soprattutto consentono ai corsisti di interfacciarsi con casi reali ed esercitazioni, in modo da far acquisire loro una metodologia e insegnare ad esercitare il ragionamento giuridico.

  • Dottorato di ricerca

    I Dottorati di ricerca, della durata variabile dai 3 ai 5 anni, sono corsi riservati a un numero limitato di studenti - che vi accedono mediante apposito concorso - e costituiscono il più alto grado di istruzione in ambito accademico. Più in particolare i Dottorati di ricerca in Scienze Giuridiche hanno lo scopo di fornire ai dottorandi conoscenze di tipo scientifico, tecnico e metodologico nell’ambito della ricerca giuridica.

Se ancora ti stai domandando cosa puoi fare dopo Giurisprudenza, sappi che un’opzione introdotta di recente è il tirocinio presso gli uffici giudiziari. Questa attività formativa della durata di diciotto mesi potrà essere svolta - previo consegna di apposita domanda - da laureati in Legge che non abbiano compiuto i 30 anni di età, che abbiano un punteggio di laurea non inferiore a 105/110 (media di almeno 27/30 negli esami di diritto costituzionale, diritto privato, diritto processuale civile, diritto commerciale, diritto penale, diritto processuale penale, diritto del lavoro e diritto amministrativo) e che non abbiano riportato condanne o pene detentive.
Gli studenti si cimenteranno quindi in uno stage di natura teorica e pratica durante il quale potranno assistere magistrati e giudici amministrativi. Questa esperienza corrisponderà a un anno di tirocinio forense e di pratica notarile o a un anno di frequenza nelle Scuole di specializzazione per le professioni legali e costituirà titolo per accedere al concorso da magistrato, oltre che titolo preferenziale per molte nomine (tra cui annoveriamo giudice onorario di tribunale e vice procuratore onorario) e concorsi indetti dall’avvocatura dello stato e dall’amministrazione della giustizia.

Cosa fare dopo la laurea in Giurisprudenza? I Master delle Università Telematiche

Se sei convinto di voler approfondire le tue competenze scegliendo un Master in materia giuridica, allora sappi che tra le tante opzioni che il mondo accademico mette a tua disposizione potrai valutare anche l’offerta formativa delle Università Telematiche. Sono tantissimi, infatti, i Master online di primo e secondo livello in Giurisprudenza erogati dagli atenei virtuali riconosciuti dal Miur.

Scegliendo uno di questi corsi post-laurea online potrai godere dei tanti vantaggi dello studio da remoto e avvicinarti a un approccio didattico basato sull’autonomia dello studente: sarai messo nella condizione di poterti dedicare ai libri nei tempi e nei modi a te congeniali, mediante l’utilizzo di apposite piattaforme e-learning, videolezioni, materiale didattico interattivo e sessioni di tutoring online.

Forse non lo sai, ma oltre ai Master le Università Telematiche hanno inserito all’interno della propria offerta formativa anche corsi di laurea in Giurisprudenza a numero aperto. Se ancora non hai effettuato l’immatricolazione e sei intenzionato a studiare Legge, sappi che a differenza degli atenei in presenza, presso le università online potrai iscriverti in qualsiasi momento dell’anno. Ecco quindi gli Atenei Telematici nei quali potrai procedere con l'iscrizione a Giurisprudenza:

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